Ritroviamo in questo dipinto il drammatico fenomeno dell’alterazione degli equilibri ambientali causati dalla distruzione degli habitat.
Il pappagallo Accipitrino, in fiamme, simboleggia la devastazione delle foreste in cui vive mentre il camaleonte costretto ad arrampicarsi su rami spinosi, tanto da rimanerne trafitto, diventa emblema di un ambiente impervio e ormai invivibile. In un mare inquinato e dalle temperature costantemente superiori alla media in cui le barriere coralline si riducono sempre di più i pesci vagano intrappolati in bolle quasi a difendersi dalla sua ostilità.
Nel dipinto trova evidenza anche un altro grande tema che caratterizza la società attuale: la paura del diverso, dell’imperfezione e del giudizio.
La nostra è, infatti, una società che impone a tutti e soprattutto ai più giovani l’ideale di una vita perfetta e patinata che risulta spesso irraggiungibile. Dal tentativo di emulare le vite raffigurate nei social, sapientemente “ritoccate” non solo nei corpi e nei visi ma anche negli stati d’animo, nasce nei giovani la frustrazione ed il senso di inadeguatezza.
Le bolle in cui i pesci sono racchiusi rappresentano così i social network che danno delle vite dei personaggi noti una visione parziale e distorta di apparente perfezione.
La bolla più in alto racchiude il “pesce pagliaccio”, uno degli animali marini più noti grazie alla sua grazia e per questo scelto quale simbolo delle celebrità, rese tali esclusivamente dalla loro straordinaria bellezza.
Nella bolla più a sinistra fa mostra di se’ una coppia di pesci mandarino, dalle colorazioni straordinarie ed affascinanti. Pur manifestando tranquillità, il maschio di questa specie può rivelarsi aggressivo verso altri esemplari dello stesso sesso, riflettendo le dinamiche oscure e tossiche che talvolta si celano dietro le bellissime coppie che esibiscono il loro amore sui social.
Fra i più appariscenti della barriera corallina si distingue poi il pesce Angelo imperatore, qui rappresentato nella sua vivace livrea giovanile che trasformandosi completamente nell’età adulta lo porta ad assomigliare ad una specie diversa. Sebbene territoriale, risulta piuttosto timido da giovane, preferendo nascondersi tra gli anfratti rocciosi. Questo affascinante pesce, con la sua bellezza multicolore e la straordinaria capacità di cambiare sesso durante la vita, potrebbe essere considerato una metafora della comunità LGBTQ+, celebrando così la ricchezza e la bellezza delle diversità. La sua metamorfosi nell’età adulta simboleggia la fluidità e la diversità delle identità, mentre la sua propensione a celarsi tra le rocce riflette la lotta per l’accettazione e la visibilità che questa società continua ad imporre.
Più in basso abbiamo il Labride pulitore, un pesce di grande fascino che però gode di minor visibilità rispetto ai precedenti. Non a caso si posiziona nella bolla posta più in basso che tuttavia è la più ampia, poiché esso riveste un ruolo fondamentale, nutrendosi dei parassiti presenti sulle squame e sulle branchie delle altre specie. Tale figura viene paragonata ai talenti e agli individui di spicco che pur ricoprendo ruoli cruciali nella nostra società spesso restano anonimi sui social.
Immerso nell’ossessione per le bolle, il pappagallo Accipitrino ignora completamente il pericolo imminente del fuoco che lo avvolge. La bellezza ammaliante delle bolle cattura tutta la sua attenzione distogliendolo dalle minacce del mondo e portandolo a pagare un caro prezzo. Nell’ossessione del pappagallo è raffigurata la dannosa estraniazione provocata dai social che “rubano ” tempo alla vita reale. La sua colpevole distrazione riflette la bruciante realtà di un’intera società che, inseguendo ideali irreali e vite ritoccate, finisce per consumare tempo prezioso in aspettative inarrivabili. Questa dipendenza digitale contribuisce alla distorsione del tempo e alla perdita di connessioni autentiche, incendiando metaforicamente la possibilità di esperienze significative e relazioni genuine.
Un ruolo significativo è quello svolto da una creatura meravigliosa come il camaleonte simbolo di cambiamento ed evoluzione che tuttavia si mostra nel dipinto insoddisfatto della propria esistenza tanto da spingersi all’autolesionismo. Il tronco e le sue spine rappresentano i problemi della vita reale che lo trafiggono, portandolo al sanguinamento e allo scioglimento. Le gocce, segno di sofferenza, non intaccano però le fragili bolle, scorrono via senza coinvolgere coloro che sono oggetto della sua invidia. Ma il camaleonte, ignorando il suo vero martirio, rivolge la sua attenzione a problemi futili e attacca con la sua lunga lingua una delle categorie più esposte. Come il camaleonte estende la sua lingua per catturare la preda, i calunniatori lanciano parole velenose attraverso la tastiera, raggiungendo e colpendo con precisione i loro bersagli. La lunghezza della lingua del camaleonte rappresenta la portata delle loro maldicenze, mentre la sua abilità nel trasformismo trova un parallelismo nella capacità dei leoni da tastiera di distorcere la realtà per adattarla ai propri intenti diffamatori.
Ecco qui due esemplari perfetti nella loro unicità, ma devastati dall’insoddisfazione del tutto simile a quella dell’uomo alla continua ricerca di qualcosa.
Le bolle verranno infrante solo quando entreranno in collisione con la vita reale, ovvero il tronco spinoso e questo scontro con la cruda realtà metterà in luce la discrepanza tra l’apparenza virtuale e la complessità della vita quotidiana.